Storie di latte

Storie di latte: Manuela

Manuela è una mamma fresca fresca, e mi fa piacere raccontare la sua storia di latte,  perchè nonostante le difficoltà iniziali che spesso si presentano, lei è riuscita, perseverando e con impegno ad allattare la sua piccola Emma.

Sicuramente come lei ci spiega bisogna essere motivate e soprattutto sapere a chi rivolgersi, informandosi già in gravidanza.

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Sono Manuela, ho 29 anni e sono diventata “inaspettatamente” mamma il 20 agosto 2018, quando Emma, la mia bimba, ha deciso di vedere il mondo con un mese di anticipo (la data presunta del parto era il 19 settembre).  Ho rotto il sacco la mattina del 19 agosto, a 35 settimane e 5 giorni, e, dato che non mi aspettavo assolutamente di partorire con così largo anticipo, sono corsa in ospedale temendo il peggio. Mi hanno rassicurata e nella notte ho iniziato a sentire le prime contrazioni e, alle 16.25 del 20 agosto ho visto la mia bambina per la prima volta: un fagottino di 2.560kg per 46cm di lunghezza.

1- Nel luogo dove hai partorito (ospedale, casa maternità…) hai avuto informazioni adeguate riguardo all’allattamento? Sei stata sostenuta adeguatamente? Hai iniziato ad allattare subito?

Essendo nata con un mese di anticipo, il mio percorso non è iniziato nel migliore dei modi. O meglio, Emma si è subito attaccata al seno con voracità appena uscita dalla mia pancia, ma essendo stata quasi 48 ore in incubatrice e conseguentemente 24+24 ore a fare fototerapia causa ittero, non ho potuto tenerla attaccata a me 24 ore su 24 fin da subito. Questo ha causato un rallentamento nella mia produzione di latte, ma devo dire che le infermiere del nido in cui ho partorito sono state tutte prodighe nel farmi venire il latte spiegandomi tutto per bene e seguendomi nel percorso.  Ho quindi iniziato a tirare il latte ogni 3 ore 15 minuti per seno per stimolarlo, e quel poco che usciva lo davano ad Emma col biberon. Il terzo giorno me l’hanno attaccata, ma,  a differenza del primo giorno, non si attaccava più con voracità, causa sua bocca piccolina e miei capezzoli leggermente patti. Siccome dovevamo tenere sotto controllo anche il peso per non far sballare la bilirubina, ho continuato a tirare latte ogni 3 ore e ad attaccarla una decina di minuti per volta,  con l’aiuto del paracapezzolo.  Ci hanno dimesse l’ottavo giorno dalla nascita di Emma, con un piano “di battaglia” molto serrato: avrei dovuto affittare un tiralatte elettrico e avrei dovuto attaccare la bimba ogni 2 ore e mezza, dandole la giunta del mio latte tirato e 30ml di artificiale, sempre per tenere i valori della bilirubina sotto controllo.

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2- Il tuo percorso è stato semplice fin da subito? Hai mai avuto bisogno di aiuto per allattare? A chi ti sei rivolta?

Arrivati a casa, dopo le prime 24 ore, ho iniziato a scoraggiarmi, perché il ritmo a cui ero sottoposta giorno e notte, seppur aiutata dal mio compagno e dalla famiglia, era estenuante e, in tutta onestà, ho pensato più di una volta di non farcela. I miei sogni di allattare esclusivamente al seno erano in pericolo.

Mi sono appoggiata al consultorio di zona, dove l’ostetrica che mi ha seguita nel corso di preparazione al parto, mi ha rassicurata sul fatto che il tirare latte ad ogni poppata era solo per tenere monitorato il peso della bambina per la prima settimana, e che una volta che i valori  dell’ittero si fossero stabilizzati, avrei continuato serenamente solo con le poppate al seno. Mi è stato suggerito di “andare a istinto”, e così ho fatto da quel giorno. Abbiamo gradualmente eliminato il tiralatte (ore ne ho uno portatile che uso se devo lasciare la bimba al papà o ai nonni in caso di mia assenza (anche se è capitato solo un paio di volte fino ad ora) ed Emma è cresciuta. Sta bene e mangia con voracità. Io produco latte in abbondanza, tanto che alla mattina ho perennemente il pigiama bagnato! L’unica pecca di questo idillio è il paracapezzolo: Emma si è abituata con quello e sono poche le volte che riesco a farla poppare senza, perché spesso si innervosisce.

3- Hai mai avuto esperienze spiacevoli allattando in pubblico? Commenti e/o consigli non richiesti?

Allatto Emma serenamente in pubblico: al ristorante: in Posta, sul bus, a casa di amici e parenti.Trovo che sia la cosa più naturale del mondo, cerco solo di non scoprirmi troppo, non tanto per il pudore, ma per il freddo di questi mesi invernali!

4- Cosa ritieni sia indispensabile perché l’esperienza dell’allattamento risulti positiva?

Credo sia fondamentale essere supportati dal consultorio di zona, o dalla propria ostetrica, puericultrice o comunque da una figura di riferimento che sappia guidare la mamma, perché allattare al seno è bellissimo, ma richiede una enorme dose di pazienza, impegno e buona volontà, che possono vacillare soprattutto quando si è stanche e non si dorme né di notte né di giorno.

A tutte le mamme io consiglio quantomeno di provarci e di non mollare al primo fallimento…e tutto il resto verrà da se.

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Grazie Manuela, spero che le tue parole di speranza e volontà arrivino a tutte le mamme che si trovano ad affrontare le prime difficoltà dovute all’allattamento.

Difficilmente è tutto rose e fiori inizialmente, perchè l’allattamento è un bel lavoro sia dal punto di vista fisico che mentale, ci sono momenti di sconforto ma con il sostegno delle persone vicine si riesce ad andare avanti e la strada si farà in discesa.

 

Potete trovarla su Instagram: @Manumauinails

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