Un orsacchiotto, un doudou, una copertina, una bambola, per i bambini spesso hanno un significato molto profondo che va oltre l’apparenza. Vediamo perchè.
I bambini fino ai sei mesi circa hanno un rapporto simbiotico con la mamma, che sicuramente proseguirà oltre, ma i primi mesi in particolare, si forma un legame strettissimo tra i due. I neonati sono totalmente dipendenti dalla mamma, sia da un punto di vista nutrizionale che affettivo. Un neonato non sa di essere un individuo a sé rispetto alla madre, non sa di poter vivere senza di lei. Piano piano ci saranno i primi distacchi, gli approcci con altre persone. Tra i sei e gli otto mesi o comunque intorno al primo anno di vita, il bambino si rende conto che la mamma non è soltanto sua, ma che può scomparire e riapparire alla sua vista, pur rimanendo nella sua vita. Ed è qui che si parla di oggetti transizionali o di passaggio. Cosa sono?
Qualunque cosa in cui il bambino riveda la sua principale figura di riferimento (soprattutto la mamma). Ogni bimbo è istintivamente è attratto da qualcosa, non perché particolarmente colorato o bello, ma semplicemente perché ricorda la mamma e, stringendolo a sé, sente riempirsi quel vuoto, quello spazio che scopre esistere tra lui e la mamma e che è uno spazio fisico ma anche simbolico.
Quell’oggetto rappresenta un legame forte e reale, perciò il suo valore è molto importante.
Sul pupazzo, su un indumento della mamma o sul ciuccio, il bambino riversa le proprie emozioni, i bisogni e i desideri: lo coccola, lo stritola, lo morde, lo distrugge anche, scaricandovi frustrazioni e rabbia, sicuro di non essere tradito, che quell’oggetto sarà lì per sempre e sarà a sua disposizione, finché lo vorrà e ne avrà bisogno.
Per superare l’angoscia del distacco (soprattutto al momento della nanna), i bambini scelgono un oggetto per trarne conforto, rassicurazione, protezione.
I cambiamenti, le scoperte, la crescita in generale sono processi che inevitabilmente destabilizzano, creando ansia, confusione, smarrimento, perché comportano la perdita di certezze, un viaggio verso l’inaspettato che è sicuramente più facile se non si affronta in compagnia.
Dunque non forzate vostro figlio ad abbandonare il suo oggetto preferito, non provate a sceglierglielo voi né a cambiarglielo. Si parladi oggetto “transizionale”, proprio perchè la sua presenza avrà senso solo durante una fase della vita del bambino, terminata la quale perderà il suo significato così forte e profondo (anche se il bambino potrebbe rimanervi legato per una sorta di affetto o ricercarlo durante momenti di particolare stress).
Date fiducia ai bambini che trovano il loro modo per affrontare momenti di stress e cambiamento, piano piano raggiungeranno le loro tappe e impareranno ad essere indipendenti. Questo è un vero e proprio processo di crescita.
Ci sono anche bimbi che non hanno una preferenza per qualche oggetto in particolare, ma che magari sono legati a una routine particolare o a qualche canzone che li fa sentire protetti e al sicuro. Lasciateli fare, sono momenti di passaggio e di crescita necessari per far sì che crescano con la fiducia in sé stessi.
Raccontatemi se i vostri bimbi hanno un oggetto transizionale, che li rassicura e dal quale non si separano mai, sono curiosa!
La mia bimba Sofia ha 5anni e ha il suo Tato ,così lo ha chiamato lei, un peluche a forma di coccinella,morbidissimo che si porta ovunque ,a parte alla scuola materna,dove non vogliono .Sofia con il suo TAto gioca ci parla lo sgrida a volte,da colpa al TAto dei pasticci che a volte fa lei e per addormentarsi si strofina leggermente il suo amato TAto sulle labbra e fa il movimento della ‘ciuccia’come se stesse prendendo il latte dal mio seno ,questo anche durante la notte la sento farlo .
"Mi piace"Piace a 1 persona
Che amore!!ogni bimbo ha il suo Tato speciale!che tenerezza la tua Sofia!🧡
"Mi piace""Mi piace"