Il congedo di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro della lavoratrice.
La durata complessiva del congedo di maternità è pari a 5 mesi e può essere fruito:
- durante i due mesi precedenti la data presunta del parto;
- ove il parto avvenga oltre tale data, per il periodo intercorrente tra la data presunta e la data effettiva del parto;
- durante i tre mesi successivi al parto.
Oppure:
- un mese precedente il parto;
- e quattro successivi.
COSA E’ CAMBIATO?
Adesso con la nuova Manovra del governo, una donna può scegliere di lavorare fino alla fine del 9° mese, scegliendo di usufruire dei 5 mesi soltanto dopo il parto.
BENEFICI DEL CONGEDO DI MATERNITA’
E’ indubbio che a fine gravidanza dei cambiamenti ci siano; per quanto si possa stare bene e vivere una gravidanza “perfetta”, negli ultimi mesi, il corpo, profondamente modificato, lancia dei segnali ben precisi.
In primis si ha bisogno di più riposo, il sonno a fine gravidanza si fa sempre più simile a quello del neonato, un sonno più leggero, intermittente, non si riesce a riposare bene; diventa quindi necessario recuperare durante la giornata.
A termine di gravidanza spesso si presentano fastidi fisici come: mal di schiena, bruciore di stomaco con annessi problemi digestivi, crampi, sciatica, gambe e piedi che si gonfiano facilmente. Non sono consigliati neanche i lavori sedentari, perchè anch’essi presentano molti limiti e problematiche. La sedentarietà è nemica della circolazione, aumenta il mal di schiena stando molto tempo sedute e il poco movimento facilita la comparsa dei sintomi detti sopra.
Inoltre lavorando a tempo pieno il tempo per frequentare un corso di preparazione alla nascita, incontri e attività rivolte alle donne in gravidanza scarseggia; non considerando che dovremmo invece incentivare l’informazione e la preparazione in un momento così importante come la gravidanza. E l’attività fisica è fondamentale in questo periodo.
Durante l’attesa di un bimbo molti datori di lavoro purtroppo non agevolano le donne che hanno necessità di rimanere a casa e spesso la gravidanza è la motivazione di tanti licenziamenti ingiustificati; in questo modo si favorisce quasi una sorta di “ricatto”. In tanti datori di lavoro poco etici (e ce ne sono purtroppo) sicuramente useranno questa nuova manovra come ricatto, sentendosi tutelati dallo Stato nel far lavorare il più possibile le donne incinte.
Per ultimo ma non meno importante, per arrivare al parto è necessario essere informate, fisicamente e mentalmente. Spesso la gravidanza, è un momento ideale per riscoprire il corpo e le sensazioni che ci trasmette. Siamo una società volta al consumismo, alla produttività e chi si ferma è perduto, perde tempo e viene giudicato.
In gravidanza e durante il parto è necessario riappropriarsi dell’istinto e mettere a tacere la mente con tutti i suoi ragionamenti; in questa fase è il corpo, insieme alle sensazioni che trasmette, quello che comanda. Lavorare fino al giorno prima di partorire non agevola sicuramente ciò, anzi le donne non avranno il tempo di entrare nell’ottica del parto, ma saranno sopraffatte dagli eventi; non avendo tempo per adattarsi ai cambiamenti, non essendo concentrate su ciò che sta accadendo.
Vivere la gravidanza senza stress è fondamentale per affrontare al meglio il parto e il post parto, la relazione tra mamma e bimbo si instaura in gravidanza e come si vive l’attesa è significativo anche per il dopo.
COSA DOVREBBE CAMBIARE
Personalmente ritengo che il congedo di 1 mese prima del parto sia il minimo sindacale, che sia necessario e imprescindibile in ogni gravidanza, che sia o meno fisiologica.
Senza considerare poi gli innumerevoli parti prematuri che ci sono e che spesso sono causati anche da uno stress eccessivo della mamma in gravidanza.
Io penso che un Stato debba garantire la salute delle donne e che uno dei suoi compiti fondamentali sia quello di far in modo che aumenti la natalità.
L’Italia è in cima alla classifica dei paesi più vecchi d’Europa.
Ma come si fa a favorire le nascite senza un supporto adeguato da parte dello Stato?
Senza supporto economico? Senza possibilità di poter stare a casa con i propri bambini?
Il nostro Stato garantisce alla mamma lavoratrice 5 mesi di maternità da distribuire come la donna desidera, ma ci rendiamo conto? 5 mesi sono niente.
L’OMS instiste sull’importanza dell’allattamento esclusivo al seno per minimo 6 mesi di vita del bambino e raccomanda comunque l’allattamento fino al primo anno.
In che modo il nostro Stato favorisce ciò? Supportando le mamme a stare a casa? O obbligandole a correre a lavoro perchè non riescono a stare a in maternità con uno stipendio da fame e spendendo quello che guadagnano in babysitter o asili nido?
Le mamme hanno il diritto di stare a casa fino all’anno di vita del loro bimbo, da lì reinserirsi nel mondo del lavoro. Aspettare più tempo per il distacco aiuta le donne, che torneranno a lavoro più serene, e aiuta i bambini che saranno sicuramente più pronti ad entrare nell’ambiente scolastico e si ammaleranno meno; garantendo di conseguenza più continuità al lavoro della mamma che non dovrà assentarsi frequentemente.
L’OMS raccomanda un abbassamento dei tagli cesarei che dovrebbero essere al di sotto del 15%, mentre in Italia sono ben oltre. Come abbassare la percentuale? Indubbiamente non facendo lavorare una donna per tutta la gravidanza; in quanto a fine gravidanza le problematiche che possono favorire la patologia si moltiplicano.
Lo Stato Italiano DEVE seguire le indicazioni dell’OMS e favorire le nascite invece di ostacolarle. Favorire la nascita delle famiglie con più figli e sostenerle nella pratica, con bonus e favorendo il tempo per stare in famiglia.
E I PAPA’?
Con questa manovra il congedo di paternità è aumentato da 4 a 5 giorni. Ridicolo.
In caso di cesareo le donne stanno 3 o 4 giorni in ospedale. Il papà non può godersi minimamente l’arrivo del suo bimbo. E’ questa la parità dei sessi?
Si vuole sostenere la famiglia? Perchè un papà vale meno di una mamma?
Anche i papà devono avere diritto a più tempo, perchè il loro ruolo è importante tanto quanto quello della mamma. Fare in modo che un padre sostenga fisicamente ed emotivamente la propria famiglia, diminuisce la percentuale di depressione post parto, che è una piaga da combattere e che colpisce molte donne. Inoltre un buon sostegno aiuta l’insorgere di problematiche relative all’allattamento.
Queste tematiche non sono da sottovalutare; la famiglia è alla base di uno Stato e deve essere sostenuta e supportata sempre.
Invece di modificare minimamente una legge che ha molte carenze e limiti bisognerebbe pensare a un cambiamento radicale, bisogna pensare al futuro e il futuro sono i figli.
Ecco perchè ritengo inutile questa manovra e anzi potenzialmente dannosa.
Come sempre ci tengo a conoscere le vostre opinioni a riguardo.